martedì 11 agosto 2009

Arancini



Arrivata l’estate, partita la voglia di cucinare!
Abito in un appartamento baciato dal sole, cosa che in tutte le altre stagioni mi permette di godere di giornate luminose ma che, in estate, diventa un incubo e quindi il solo pensiero di mettermi ai fornelli o di accendere il forno mi fa sentire un caldo, ma un caldo…..
Anche in estate però bisogna mangiare qualcosa, quindi via con i piatti freddi, le insalatone e tanta frutta; ma dopo un po’ di tempo, non troppo inattese, arrivano le richieste di chi in famiglia, non ama molto i menù estivi e mangerebbe il brasato con la polenta anche a Ferragosto, con il termometro che segna i 40°.
Questa volta me la sono cavata con gli arancini, preparazione non troppo complessa, sempre apprezzata e che mi ricorda le notti d’estate passate in quei paesini al Sud dove, a qualsiasi ora della notte, trovi piccoli locali che vendono queste squisitezze servite caldissime. Gnam gnam che buoni !!!!

Per 12 arancini.

Per le dosi io vado a occhio quindi sono moltoooo indicative:

Per il ragù
300 gr. di carne trita (200 di manzo 100 di maiale)
Sedano, carota, cipolla
1 bicchiere di vino bianco
Passata di pomodoro
Sale, pepe, basilico, olio

300 gr. di riso
Piselli lessati (una manciata)
Caciocavallo (io uso quello silano)
2 uova
1 cucchiaio abbondante di farina
Pangrattato
Olio per friggere

Ho preparato il ragù: ho fatto soffriggere un trito di carota, sedano e cipolla, ho unito la carne e l’ho fatta rosolare, poi ho versato il vino e quando questo è evaporato ho aggiunto il pomodoro, aggiustato di sale, pepe e ho messo del basilico. Ho fatto cuocere per circa un’ora e mezza.
Ho lessato il riso (al dente), scolato e messo in una ciotola per farlo raffreddare un po’ e poi ho aggiunto un cucchiaio di farina e un uovo. A questo punto con le mani bagnate ho preso una manciata di riso, ho fatto una palla e un incavo in cui ho messo un cucchiaio di ragù, dei piselli e due cubetti di caciocavallo. Ho richiuso ben bene la palla di riso, l’ho passata nell’uovo sbattuto, poi nel pangrattato e infine fritta in abbondante olio.
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